Piscine: obbligo del bagnino o meno

Gli annegamenti sono eventi molto gravi che spesso riguardano la fascia di popolazione più giovane.                            Le morti per annegamento colpiscono sempre, soprattutto quando si tratta di bambini. Ogni anno perdono la vita nelle acque di piscine, mari, fiumi e laghi 9 bambini sotto i 4 anni e circa 100 giovani, soprattutto maschi. In tutto negli ultimi dieci anni sono annegate 2.500 persone.

Le ragioni dell’elevato rapporto di mortalità potrebbero risiedere nel fatto che in genere i maschi sono più a contatto con l’ambiente acquatico (sia per attività occupazionali che ricreative) e consumano più alcol, uno dei principali fattori di rischio per l’annegamento. L’alcol, infatti, comporta da un lato una diminuita capacità di affrontare le difficoltà e dall’altro un atteggiamento di sottovalutazione del pericolo. La mancanza di sorveglianza da parte degli adulti appare, invece, il principale fattore favorente degli incidenti di annegamento dei bambini.

Applicare una sorveglianza assoluta è sicuramente il miglior modo per prevenire questi incidenti. Se pensiamo alle piscine, in cui ogni anno perdono la vita in Italia a causa di annegamento una trentina di persone. Purtroppo la situazione riguardante la normativa delle Piscina In Italia è resa difficoltosa dal fatto che all’ Accordo Stato- Regioni del 2003, circa la metà delle regioni non ha dato seguito con una legge, mentre la giurisprudenza è chiara: se qualcuno annega in piscina è omicidio colposo, a chi imputare questa responsabilità dovrà essere accertata dal giudice.

Le restanti Regioni come Lombardia, Liguria e Toscana, hanno emesso più di un provvedimento normativo ma poco chiari e a volte anche contraddittori.                                                                                                                                                              Secondo il nostro pensiero, il bagnino di salvataggio deve essere presente in tutte le strutture/piscine, per l’intero orario di apertura al pubblico, a vantaggio sia dei bagnanti che dei proprietari delle strutture. Ricordiamo inoltre ai genitori di non perdere mai di vista i propri figli in acqua; pochi secondi possono essere fatali, per cui bisogna prestare sempre la massima attenzione.

In piscina, in cui non sono presenti pericoli del mare o dei fiumi è possibile annegare a causa di due principali motivi:

  1. Il bagnante non sa nuotare; di conseguenza, va improvvisamente a fondo senza volerlo. Nella maggioranza dei casi, si tratta di bambini; questo fa sì che siano le vittime predestinate delle piscine. Infatti, secondo alcuni DATI ISTAT più della metà di annegamenti in piscina coinvolgono bambini sotto i nove, dieci anni, o addirittura bambini molto piccoli sotto i quattro anni. In questo tipo di annegamento la vittima, in posizione verticale, riesce solo a muovere le braccia in alto e questo movimento fa sì che il bagnante venga spinto sott’acqua. Nel caso di un bambino piccolo sono sufficienti 20 secondi circa, mentre nel  caso di un adulto, un minuto.                                                                                                              Si parla, invece, di annegamento “silenzioso” quando la vittima non riesce neanche a gridare aiuto: si tratta di quei casi in cui il bambino è talmente piccolo ed improvvisamente si trova a faccia in giù non riuscendosi a mettere né in posizione verticiale, né in posizione supina (a pancia in su).
  1. Il bagnante viene colpito da un malore che gli fa perdere improvvisamente coscienza.

Come prevenire questi incidenti? Ecco alcuni consigli che tutti i genitori dovrebbero seguire scrupolosamente.

  1. Portare i bambini ad un corso di scuola nuoto già dai 3-4 anni. E’ importante che i bambini già in tenera età imparino a “familiarizzare” con l’elemento acqua;
  2. I bambini devono essere sempre sorvegliati durante il bagno da un genitore;
  3. Non bisogna mai perdere di vista il bambino;
  4. Fare attenzione alla profondità dell’acqua! Questo significa che 10 cm d’acqua possono essere pericolosi per un bambino che non ha ancora imparato a camminare;
  5. Non sostituire la sorveglianza con i galleggianti;
  6. Un bambino che non sa nuotare con sicurezza non deve essere assolutamente lasciato solo;
  7. Se ci si trova in una piscina, pubblica o privata che sia, il genitore deve assicurarsi che il bagnino di salvataggio svolga solo ed esclusivamente il compito di sorvegliare i bagnanti e non altri compiti quali sistemare gli ombrelloni, sedie e lettini …
  8. Il fatto che sia presente il bagnino NON esclude l’obbligo del genitore di tenere sotto controllo il proprio figlio.  La causa di annegamento di un bambino è da imputare alla mancata sorveglianza da parte del genitore, alla quale si aggiunge poi quella del bagnino di salvataggio.

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