Puntura di medusa: cosa fare

La medusa punge?

No, la medusa non morde e non punge; è un animale urticante. Il contatto con questa crea una reazione cutanea di natura infiammatoria parecchio fastidiosa.

Vediamo perché.

Il contatto accidentale con i tentacoli di questi organismi è in grado di procurare problemi a causa dell’emissione di una sostanza urticante per la pelle che provoca irritazioni cutanee dolorose, gonfiore e arrossamento. Per avere questa reazione cutanea è sufficiente entrare in contatto con il liquido urticante dei tentacoli che provocano delle ustioni; non è necessario essere sfiorati dalla medusa. Nel Mar Mediterraneo, le meduse sono molto numerose e sono, in genere, meno pericolose rispetto a quelle dei mari tropicali e delle coste australiane.

Infatti, in Australia le meduse fanno più vittime degli squali. Per evitare il più possibile di entrare in contatto con questi organismi, soprattutto con le specie più pericolose e di dimensioni maggiori, sono state predisposte in acqua delle reti di protezione.

Come avviene il contatto con Medusa?

Le meduse sono animali marini che si spostano verticalmente, quindi si trovano in superficie e possono scendere sul fondo. Spesso, queste si fanno trasportare dalle correnti, di cui non riescono a contrastare il moto. A tal punto, va precisato che le meduse non attaccano spontaneamente l’uomo, né si dirigono di proposito verso nuotatori e pescatori; piuttosto, sono i bagnanti che si avvicinano eccessivamente all’animale e lo urtano involontariamente.

I tentacoli della medusa possono essere lunghi svariati metri: quelli di cui è dotata la cosiddetta Caravella portoghese (Physalia physalis) raggiungono anche i 10-20 metri. In altre parole, se in mare la medusa sembra lontana, non è detto che i suoi tentacoli non siano vicini.

Non è raro, dunque, incorrere in un contatto con questi organismi. Nella maggior parte dei casi, quest’evenienza è del tutto causale e si verifica quando si nuota o ci si immerge.

Quando la medusa viene inavvertitamente toccata o semplicemente, si entra in contatto con il liquido urticante, i tentacoli si appoggiano sulla pelle della vittima umana e rilasciano delle sostanze fortemente irritanti che producono una reazione cutanea, simile ad un’ustione chimica di primo o secondo grado.

Nel dettaglio, il “veleno” che causa le manifestazioni tipiche del contatto con la medusa è costituita da una miscela di tre proteine ad effetto sinergico:

  • Ipnotossina: è responsabile di un’azione anestetica, quindi paralizzante nelle potenziali prede;
  • Talassina: dopo il contatto tra i tentacoli e la cute, è la componente che induce la risposta infiammatoria nell’uomo;            nelle persone suscettibili dal punto di vista immunitario, la talassina può risultare allergenica;
  • Congestina: produce una paralisi dell’apparato circolatorio e respiratorio delle vittime, risultando letale.

Cosa innesca nell’uomo il contatto con la Medusa?

Nella maggior parte dei casi, il contatto con le meduse provoca doloreeritema, prurito e gonfiore. Responsabili di questa reazione sono i tentacoli dell’animale marino, nei quali si trovano le cnidocisti (note anche come nematocisti o cisti nematoidi), cioè piccoli organelli cellulari che contengono la sostanza urticante. Quest’ultima è costituita, come anticipato, da una miscela di tre proteine, con effetto infiammatorio e neurotossico. Le tossine contenute nelle cnidocisti servono alla medusa per difendersi paralizzare una potenziale preda.

L’irritazione da medusa si verifica, quindi, in seguito al contatto con i tentacoli: quando l’animale marino entra in collisione con una parte del corpo, i tentacoli si appoggiano come una ventosa. Le cnidocisti vengono depositate così sulla pelle della vittima e la loro rottura rilascia il veleno. Quest’ultimo è termolabile, cioè si degrada ad alte temperature.

La gravità della puntura di medusa dipende da vari fattori, quali:

  • Tipo di medusa;
  • Area geografica dell’incidente;
  • Ampiezza della zona colpita;
  • Tempo di esposizione all’agente irritante e di permanenza in acqua;
  • Età, corporatura e stato di salute della persona colpita (bambini e anziani sono più a rischio di incorrere in reazioni più severe).

Nelle persone suscettibili, la puntura di medusa può innescare uno shock anafilattico, compromettendone le funzioni vitali in tempi brevi, sino ad arrivare al decesso.

Quali Meduse sono più pericolose?

Non tutte le meduse sono urticanti e non tutte lo sono allo stesso modo: alcune sono quasi innocue per l’uomo, altre possono provocare gravi danni, se non condurre addirittura alla morte.

Alcune specie tropicali causano più facilmente uno shock anafilattico. Inoltre, il forte dolore che provoca il contatto con la medusa può essere fatale in individui con problemi di cuore.

Nel mar Mediterraneo, più frequentemente, si osservano meduse poco urticanti, come, ad esempio, il Polmone di mare (Rhizostoma pulmo) o la Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata). In alcuni periodi dell’anno, a ridosso delle coste italiane, però, è possibile imbattersi nella Medusa luminosa (Pelagia noctiluca), capace di punture molto dolorose.

Tra le specie più temibili rientrano, invece, la Caravella portoghese (Physalia physalis) e la Vespa di mare (Chironex fleckeri, nota anche come cubomedusa).

Sintomi e Complicazioni

Al primo contatto tra pelle e medusa, si percepisce un forte bruciore. Subito dopo, la superficie cutanea coinvolta diventa rossa e compaiono dei piccoli rigonfiamenti della cute.Il dolore associato a quest’irritazione comincia ad attenuarsi dopo una ventina di minuti, lasciando spazio ad un intenso prurito.

Quali sono i sintomi?

Il contatto con la medusa provoca una reazione infiammatoria caratterizzata da:

  • Rossore localizzato (eritema);
  • Rilievi cutanei;
  • Vescicole e bolle;
  • Dolore;
  • Bruciore;
  • Prurito.

Se il contatto con la medusa coinvolge più del 50% del corpo il dolore può essere di forte intensità fino a diventare insopportabile. Solitamente, la sensazione di bruciore si risolve dopo circa 10-20 minuti, ma resta il prurito.

Se dopo il contatto con la medusa, la reazione cutanea si estende e la persona ha difficoltà a respirazione, disorientamentosudorazione profusapallore, è necessario recarsi con urgenza al pronto soccorso. Infatti, questo è un campanello d’allarme in quanto si potrebbe andare incontro ad uno shock anafilattico.

Cosa FARE?

Se si entra accidentalmente in contatto con una medusa è possibile attenuare gli effetti urticanti con alcuni semplici accorgimenti:

  • Allontanarsi con calma ed uscire dall’acqua. Nel caso si venga sfiorati da una medusa mentre si nuota, è bene allontanarsi mantenendo la calma e senza agitarsi. Se si avvista una medusa mentre ci si trova già a riva, invece, è bene uscire subito dall’acqua. Se non si è riusciti a evitare l’animale è possibile chiedere aiuto anche al bagnino di salvataggio più vicino che sarà in grado di prestare i primi soccorsi.
  • Lavare la parte colpita con acqua di mare. In caso di puntura di medusa, sciacquare ripetutamente la parte colpita con acqua di mare, in modo da diluire le tossine rilasciato dai tentacoli non ancora penetrate nella pelle.
  • Pulire la pelle dai filamenti residui. Finché i tentacoli e gli eventuali residui della medusa aderiscono alla pelle, continuano a rilasciare veleno, quindi vanno prontamente rimossi delicatamente con le mani.
  • Recarsi subito al Pronto Soccorso o chiamare il 118

Se subentrano altri disturbi  quali reazione cutanea diffusa, quali nausea, vomito, sudorazione profusa, mal di testa, pallore, vertigini, disorientamento e difficoltà respiratorie è bene cercare un tempestivo intervento medico. In alcune persone particolarmente sensibili, infatti, la puntura di una medusa può innescare una reazione allergica o, peggio, uno shock anafilattico. In questi casi, la tempestività di intervento è fondamentale.

Come curare l’irritazione?

La cosa corretta da fare è quella di applicare sulla parte colpita un Gel astringente al cloruro d’alluminio. Questo prodotto è reperibile in farmacia e serve a lenire il prurito ed a bloccare la diffusione delle tossine.

Purtroppo non è ancora diffusa in Italia l’abitudine di portare con sé questo gel. Tuttavia, in mancanza di questa pomata, si può usare una crema al cortisone anche se l’effetto è ritardato ossia entra in azione dopo 20-30 minuti dall’applicazione e quindi quando il massimo della reazione si dovrebbe già essere spenta in maniera naturale.

Cosa NON fare?

Dopo il contatto con la medusa, occorre evitare il peggioramento dei sintomi e fare attenzione a non incorrere in alcuni errori:

  • Evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante;
  • Non usare medicazioni estemporanee con ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone: peggiorerebbero la situazione;
  •  Attenzione al calore eccessivo e quindi all’esposizione al sole: nei giorni successivi al contatto con la medusa, l’arrossamento lascia il posto ad un’iperpigmentazione che potrebbe essere resa duratura dai raggi ultravioletti. Pertanto, per evitare la comparsa di macchie cutanee scure, la parte irritata andrebbe coperta fino alla completa guarigione; in alternativa, è possibile ricorrere all’applicazione di una protezione a filtro totale (SPF 50+).

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