Come gestire il malessere dopo la vacanza

Da circa trent’anni la nostra attività lavorativa è concentrata sulla prevenzione ed il soccorso negli ambienti acquatici. Questo significa che trascorriamo intere giornate e per diversi mesi l’anno a contatto con turisti e frequentatori abituali di stabilimenti balneari, piscine, parchi acquatici. Inevitabilmente si creano rapporti di fiducia, rispetto reciproco e spesso amicizia che vanno ben oltre la pura e semplice relazione bagnino-bagnante. Capita di continuare a sentire o frequentare alcune persone anche nei periodi che seguono le vacanze estive ma generalmente gli stati d’animo sono molto diversi, spesso lontani dalla spensieratezza estiva e vacanziera. Per questo motivo vogliamo affrontare l’argomento “come gestire il malessere dopo la vacanza” provando a dare a tutti qualche consiglio!

CRISTIAN DI SANTO – CEO Founder LIFEGUARD La Compagnia del Mare

 

In realtà, la scienza tende a minimizzare o non riconoscere come patologia il fenomeno dell’angoscia post vacanza perché, seppur intensa, è considerata passeggera. Non per questo, però, è opportuno sottovalutare l’effetto che un periodo di rilassatezza e libertà genera sulle persone costrette a rientrare nella propria routine quotidiana, spesso frenetica e stressante.

E’ come se il nostro organismo riesca ad adattarsi in brevissimo tempo ad una condizione di benessere a cui non vuole rinunciare, come se pochi giorni di spensieratezza allontanino le persone in modo esponenziale da tutte le responsabilità e gli impegni che nella maggior parte dell’anno si trovano ad affrontare. Può anche capitare che il malessere si manifesti già durante gli ultimi giorni di vacanza, con nausea, irritabilità e sensazione di non voler lasciare un determinato status di benessere.

Generalmente, rientrati a casa, il ricordo della vacanza e delle persone con cui è stata condivisa (si perché sembra che la cosiddetta sindrome post vacanza colpisca molto meno i viaggiatori solitari) provoca una sofferenza associata ad un desiderio irrazionale ed incontrollato di accorciare i tempi che porteranno nuovamente a vivere quella situazione. Spesso istintivamente e irrazionalmente, sperando di ripetere l’esperienza nel medesimo posto e con le stesse persone.

Gli effetti sono evidenti e talvolta molto penalizzanti:

  • difficoltà di concentrazione
  • malinconia
  • irritabilità
  • disturbi del sonno
  • apatia
  • cattiva alimentazione
  • stanchezza
  • ossessione di restare agganciati in qualche modo ad una situazione ormai conclusa

Naturalmente questa condizione peggiora per coloro che durante l’anno vivono situazioni difficili a lavoro, in famiglia o in società.

Le variabili sono tante e alcune molto nascoste. Per esempio, non solo chi è reduce da una bellissima vacanza si può trovare a rimpiangerla! Anche per tutti coloro che avevano riposto troppe aspettative nella propria vacanza e sono rimasti delusi, il rientro sarà carico di angoscia e negatività, a causa dell’esperienza fallimentare, ed il desiderio di ripartire per altre mete altrettanto forte.

Sembra essere molto elevata la percentuale di popolazione che si trova a vivere in questa terra di mezzo al rientro dalle vacanze.

Nei casi più critici, secondo molti psicologi, la sindrome post viaggio non è altro che un campanello d’allarme per una depressione latente che richiede, nella maggior parte dei casi, un approccio psicoterapeutico. In tutti gli altri casi, è destinata a scomparire in breve tempo ma per quanto breve, il periodo di malessere può rivelarsi molto intenso e fastidioso, non solo per chi la vive ma anche per tutti coloro che gli stanno accanto.

Ecco in sintesi, alcuni rimedi indicati da quella parte di comunità scientifica che ha deciso d’interessarsi dell’argomento “come gestire l’angoscia post vacanza”.

La parola d’ordine deve essere: dinamicità, rivolta alla vita pratica ma anche alla propria vita interiore. Evitare assolutamente di subire passivamente gli effetti di questo stato emotivo. Anzi, prendere spunto da esso per migliorare le proprie attività sociali e fare luce sulle proprie esigenze personali spesso trascurate o non valutate.

FATE ATTENZIONE IN PARTICOLARE A:

  • sonno, quantità/qualità. Per tutti coloro che affrontano viaggi piuttosto distanti dalla propria residenza, il Jet Lag può rivelarsi un elemento piuttosto condizionante. A tal proposito è opportuno riabituarsi al proprio fuso orario cercando di dormire possibilmente negli stessi orari della vacanza e di tornare gradualmente in pochi giorni alla normalità
  • evitare l’uso di bevande alcoliche o eccitanti. Rendono più difficoltoso riadattarsi alla routine compromettendo le ore di riposo
  •  non rientrare in prossimità degli impegni. E’ assolutamente consigliato rientrare qualche giorno prima di tornare a lavoro. Vi permetterà di abituarvi nuovamente alla vita di sempre senza subire il trauma del cambiamento. Può essere d’aiuto comunicare con qualche collega di lavoro nei giorni prima del rientro al fine di riavvicinarsi mentalmente e gradualmente al proprio contesto lavorativo.  
  • praticare esercizio fisico e mantenersi attivi socialmente e psicologicamente. E’ noto che l’esercizio fisico stimola la produzione di molecole che migliorano il buonumore ma anche alcune attività meno impegnative posso rivelarsi molto utili: *trovarsi con gli amici a cena, per un aperitivo o un caffè e condividere le proprie esperienze / dedicarsi a se stessi con più attenzione ed impegno, regalandosi momenti di benessere, riflessione e meditazione che posso far capire meglio quali sono le proprie reali esigenze e aspettative nella vita / programmare le proprie attività formative (corsi di lingue, di fitness, di fotografia…) / organizzare una futura vacanza (nello stesso posto o altrove, coinvolgendo eventuali persone che ci fanno stare bene durante il tempo libero o da soli) può distogliere dallo stress del lavoro quotidiano e rendere più gestibili gli impegni, assaporando poco a poco i momenti di relax che arriveranno.

ROBERTO DE IURE – @ildoctorbeach

 

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